ORARI  PROGRAMMAZIONE

  Giovedì 23/01   Ore 21.30
     
  Venerdì 24/01   Ore 21.30
     
  Sabato

25/01

  Ore 21.00
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  Domenica 26/12   Ore 16.40 - 21.00
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  Lunedì 27/01   Fellini 100'
     
  Martedì 28/01   Ore 21.30 Ultimo Giorno


 


Un dramma dalla regia perfetta, che conferma il talento di Kantemir Balagov, giovane maestro del colore e dello sguardo

Regia: Kantemir Balagov

Cast: 
Vasilisa Perelygina, Konstantin Balakirev, Olga Dragunova,
Viktoria
Miroshnichenko, Andrey Bykov, Igor Shirokov, Kseniya Kutepova

Nazionalità: Russia - Durata: 137 min. - Genere: Drammatico

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Trama : Leningrado, 1945. La guerra è finita ma l'assedio nazista è stato feroce e la città è in ginocchio. Iya èuna ragazza bionda, timida e altissima, che ogni tanto si blocca, per un trauma da stress. Lavora comeinfermiera in un ospedale e si occupa del piccolo Pashka. Ma quando la vera madre del bambino,Masha, torna dal fronte, lui non c'è più. Spinta psicologicamente al limite dal dolore e dagli orrori vissuti,Masha vuole un altro figlio e Iya dovrà aiutarla, a tutti i costi.

Balagov, non ancora trentenne, è senza dubbio uno dei registi più talentuosi della scena contemporanea, e questo secondo lungometraggio, che segue l'acclamato 'Tesnota', lo ribadisce e conferma. Difficile pensare ad un uso del colore più elegante, eloquente ed emozionante, o ad un cinema che trasudi altrettanta verità, tanto che pare di sentirne l'odore, l'aria intrisa di polvere, gli sbalzi di temperatura tra esterni e interni, il leggero graffio della lana grezza sulla pelle. In anni in cui il contenuto è tornato al centro dell'interesse dei registi, e i loro virtuosismi si manifestano soprattutto nella ricerca di nuove formule del racconto, 'Beanpole' riporta prepotentemente la forma in primissimo piano, rischiando la maniera, a volte sì, ma costruendo, nelle scene chiave, momenti indelebili di grande cinema. La prima parte del film è la migliore: Iya, la "giraffa", è ancora al centro della scena, col suo corpo-mistero, strumento di pace e arma di morte, e la strana coppia che forma con il bambino, vittima sacrificale e metafora di un'innocenza impossibile, contiene tutta l'emozione che il film poi non offrirà più, infilando la via algida della relazione morbosa e manipolatoria, che è propria della coppia Iya-Masha. Ma le scene dell'ospedale e della vita domestica, nelle cucine condivise e nei pianerottoli di passaggio, e il gioco che scolora nella tragedia, non si dimenticano e nutrono l'intero film. Quel che viene dopo riporta il discorso sul dramma storico, a un dopoguerra che ha le sembianze di un purgatorio, in cui tutto ha un prezzo altissimo. Si lotta per risorgere dalle ceneri ma il passato non è ancora tale e l'impaccio, di cui Iya è immagine simbolica, è quello di chi deve imparare a vivere in un mondo nuovo e dimenticato: le donne, in particolare, che portano sul volto le rovine più pesanti della guerra e al loro interno le perdite più traumatiche. Alla visione del regista contribuiscono naturalmente il lavoro certosino e autoriale della direttrice della fotografia, Ksenia Sereda, e dello scenografo Sergei Ivanov, oltre che l'apprendistato di Bagalov presso Sokurov, maestro di sguardo e di bellezza.  (MyMovies)