La SINOSSI :
Racconta la
storia di Bella Baxter (Emma
Stone), una donna
moderna dal carattere un po' lunatico e così
emancipata da avere una sessualità molto
spigliata per il suo tempo. Un giorno la donna,
mentre cerca di sfuggire al marito, un uomo
molto violento, ha un incidente e muore
affogata. Grazie a un esperimento del dottor
Godwin Baxter (Willem
Dafoe), uno
scienziato brillante e poco ortodosso, Bella
torna stranamente a vivere, protetta da chi le
ha ridato la vita. Sotto la guida di Baxter, la
donna rediviva avverte, però, un profondo
desiderio di imparare.
Bramosa di fare ritorno a quella mondanità che
tanto le manca, Bella decide di fuggire insieme
a Duncan Wedderburn (Mark
Ruffalo), un
avvocato noto non solo per la sua abilità nella
professione, ma anche per la sua dissolutezza. I
due vivono una travolgente avventura di
continente in continente, mentre Bella, ormai
totalmente libera da ogni giudizio del suo
tempo, è sempre più decisa a difendere ogni
forma di disuguaglianza ed emancipazione.
La RECENSIONE :
Oltre alle cicatrici che lo sfigurano e alle
terribili menomazioni del suo fisico, Godwin
Baxter deve a suo padre anche una sincera
passione per il metodo scientifico e le pratiche
chirurgiche. L'esperimento che più lo
inorgoglisce è Bella, che tratta come una
figlia. L'ha trovata cadavere, incinta di un
feto ancora vivo, e le ha ridato il respiro e
trapiantato il cervello del neonato. Ora Bella,
già cresciuta e splendida nel corpo, cresce
rapidamente anche nelle facoltà mentali,
imparando a camminare, parlare e, soprattutto,
desiderare. A nulla vale, a questo punto, il
tentativo del suo creatore di fermarla: God(win)
le ha dato la vita e, con essa, il libero
arbitrio.
La donna bambina va alla scoperta del mondo con
uno sguardo nuovo, affamato e primigenio, che
non ha memoria delle regole e dei pregiudizi che
muovono la società, non conosce vergogna ma solo
curiosità. Farà esperienza di quanto il suo
comportamento sia contrario alla norma, e di
quanto la norma sia lontana tanto dalla logica
che dalla natura.
Quale miglior occasione, per Lanthimos, per fare
sempre meglio ciò che ha sempre fatto? La Bella
di Emma Stone è infatti il viatico ideale, la
lente distorta che occorre per guardare con
lucidità la realtà nelle sue componenti
principali (già illuminate ne
La favorita):
mostruosità e ironia.
Povere creature! ne aggiunge o consacra
un'altra: la libertà. Una dimensione rischiosa,
sempre sfuggente, perché, nella scienza come
nell'esistenza, "è così finché non si trova un
altro modo" e ancora e ancora. Una
trasformazione antropologica e sociale è dunque
possibile? Una reale libertà del femminile? O è
solo una favola di fanta-scienza? Per
rispondere, il regista greco lancia la sua Eva
in un viaggio senza tempo (non è cambiato molto,
nei secoli, in materia di relazioni uomo-donna),
liberando contemporaneamente un'energia visiva
esplosiva, che frulla suggestioni pittoriche e
organiche, impressionismo ed espressionismo,
esalta il racconto vittoriano dello scozzese
Alisdair Grey alla base del film, la fantasia
interpretativa della Stone e il lavoro
immaginifico di scenografi e costumisti.
Più simile al Candido voltairiano che al mostro
di Frankenstein, la creatura di Yorgos Lanthimos
fa esperienza dell'abbondanza cromatica del
mondo e della scarsità di empatia dei suoi
abitanti, passando in rassegna un campionario
maschile tragicomico (il buono, il geloso, il
padre, il cinico, il crudele) che ha in comune
la tendenza a volerla rinchiudere nel proprio
universo, con la scusa di offrirle protezione. E
si ride, con Povere creature!, della
comicità più acuta: quella che non nasconde il
suo lato oscuro. (Marianna Cappi
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