ORARI

  Sabato 22/04   Ore 18,30
     
  Domenica 23/04   Ore 21,00


 

Un film di TARIK SALEH

Svezia - 126' - Drammatico/Thriller



MIGLIOR SCENEGGIATURA
FESTIVAL di CANNES 2022

Un film che non fa sconti a nessuno,
a metà fra thriller politico e film di spionaggio

SINOSSI : La Cospirazione del Cairo, film diretto da Tarik Saleh, è incentrato sulla morte del Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar, nota come il centro del potere dell’Islam sunnita.  La scomparsa dell'Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di colpi per influenzare coloro che dovranno prendere il suo posto. Lo sa bene Adam, un ragazzo di provincia da poco arrivato in città, che finirà nel bel mezzo di questi scontri e di questi giochi di potere, dopo che un suo compagno di studi viene rinvenuto morto nel cortile dell'università.


RECENSIONE : Dopo la vittoria al Sundance e il successo internazionale con il suo thriller ambientato al Cairo The Nile Hilton Incident, il regista svedese
Tarik Saleh è stato preso alla sprovvista quando il film è stato bandito dagli schermi egiziani, giacché era considerato "poco lusinghiero" nella sua rappresentazione delle forze di polizia nazionali. Ora Saleh, un regista che difficilmente limita le sue visioni, torna nel paese delle sue radici paterne con La Cospirazione del Cairo, selezionato in concorso al 75° Festival di Cannes. Questo denso racconto di intrighi orribili si svolge dietro le mura della Moschea e dell'Università Al-Azhar del Cairo, la culla dell'Islam sunnita e il suo centro di potere assoluto.


Maestosa, distinta e intimidatoria sono espressioni che insieme potrebbero iniziare a descrivere l'assoluta imponenza di Al-Azhar. L'impressione d’insieme è vista attraverso gli occhi del giovane Adam, proveniente da un piccolo villaggio di pescatori, che ottiene una borsa di studio contro ogni previsione. Lo sguardo sul suo volto il giorno del suo arrivo è lo stesso del nostro, e una volta lasciato entrare tra le mura di questo colossale complesso di conoscenze, con radici che risalgono al X secolo, si dispiega un intero universo, che è stato perfezionato nel corso del tempo per uno scopo concepito oltre mille anni fa.

Quasi da allora, le forze religiose e laiche in Egitto sono state coinvolte in una lotta per il potere, alimentata negli ultimi tempi dalla Primavera araba dei primi anni 2010, che svolgeva un ruolo cruciale in The Nile Hilton Incident.  In La cospirazione del Cairo, Adam viene ripreso nel bel mezzo di una tempesta, poiché il Grande Imam, che si trova lì con il Papa, muore improvvisamente e deve essere nominato un successore. Mentre un tale mandato spetta saldamente al Consiglio supremo degli studiosi islamici, simile a un conclave, anche l'istituzione altamente laica per la Sicurezza dello Stato è determinata ad avere voce in capitolo. Ma essendo costretta a rimanere all'esterno di quei muri compatti, uno studente viene scelto per il lavoro sotto copertura, registrando e segnalando qualsiasi attività degna di nota. Definiti "angeli", sono fondamentalmente ciò che una storia di spionaggio di John le Carré chiamerebbe "talpe".

Il paragone con le Carré calza bene qui, nel senso che si tratta di un thriller serrato e articolato che presenta alcune complessità  e a volte, ci si potrebbe sentire confusi come Adam nel suo nuovo incarico da "angelo". C'è cospirazione ovunque tra i diversi quadri e i candidati, dagli estremisti jihadisti a coloro che fanno il doppio gioco, per esempio avendo figli nascosti, e persino un ragazzo perbene la cui cecità forse spiega la sua innocenza. Volti e performance sono intriganti fin nei ruoli più piccoli, con momenti salienti offerti da Tawfeek Barhom nei panni di Adam e il sempre godibile Fares Fares (che oggi è per Saleh come De Niro per Scorsese o Mifune per Kurosawa) quando lo stagionato e non del tutto corrotto colonnello Ibrahim, della Sicurezza di Stato, mostra ad Adam tutti i retroscena della sua funzione di “angelo”. Anche solo lo splendore visivo della moschea (in realtà è la moschea di Solimano il Magnifico a Istanbul, con alcune scene girate in Svezia) vale una visione – o anche due, se non si è riusciti a cogliere tutto la prima volta.