ORARI

  Mercoledì 01/06   RASSEGNA
     
  Giovedì 02/06   Ore 21,00
     
  Venerdì 03/06   Ore 21,00
     
  Sabato 04/06   Ore 19,00 - 21,00
     
  Domenica 05/06   Ore 16,30 - 18,30 - 20,30
     
  Lunedì 06/06   Ore 21,00
     
  Martedì 07/06   Ore 21,00
     
  Mercoledì 08/06   RASSEGNA
     


 


 

Un film di ANTOINE BARRAUD

Con :
Virginie Efira, Bruno Salomone, Quim Gutiérrez, Jacqueline Bisset, Nadav Lapid, Valérie Donzelli, Thomas Gioria, François Rostain, Nathalie Boutefeu, Mona Walravens, Loïse Benguerel, Anne Lepla

Francia/Belgio - 102' - Drammatico/Thriller

La Scheda di Cinematografo

Un film di stampo Hitchcockiano

Un thriller psicologico dalle atmosfere cupe
che richiama i grandi film di Alfred Hitchcock

Judith conduce una doppia vita tra la Svizzera e la Francia. Da una parte c'è Abdel, con il quale cresce una bambina, dall'altra Melvil, con cui ha due ragazzi più grandi. Poco a poco, questo equilibrio fragile fatto di menzogne, segreti e andirivieni va pericolosamente in frantumi. Messa all'angolo, Judith sceglie la fuga in avanti, in un'escalation vertiginosa ...

La domanda che senza incertezze pone immediatamente il film è quella del chi siamo e, immediatamente dopo quella del valore della nostra identità. Madeleine Collins, è un film che con chiarezza cristallina mette in scena il tema dell’identità, oggi strumento sempre più mutevole di rappresentazione del sé verso gli altri, indispensabile ma manipolabile nelle relazioni sociali, ma anche documento interiore impossibile da falsificare nel quale si riflette la nostra stessa riconoscibilità, quella che ci identifica e che in fondo pretendiamo quali componenti complessi della comunità.
Il meccanismo sembra essere messo in crisi in un mondo sempre più mediaticamente disponibile alla sovrapposizione delle identità, alla moltiplicazione degli avatar, pratica che contravviene e viola la piena riconoscibilità di sé in un processo di costante e progressiva mimetizzazione che diventa strumento di vera o presunta libertà di azione dentro i meccanismi e le strutture, a maglie larghe, della vita sempre più virtuale.
In altre parole il film, nella sua lettura più profonda, ci offre la possibilità di confrontarci con gli effetti di una identità oggi variamente manipolabile fino al punto di rottura, quel punto che non appartiene alle strutture esterne del nostro mondo, ma a quelle personali che non possono reggere il peso di una vita falsa e che non ci appartiene.
Un film dal vago sapore hitchcockiano, laddove il tema della violazione della singola identità diventa tema di indagine della coscienza, tema intimo dell’equilibrio psicologico e disturbante metafora per una più complessiva riconoscibilità a cominciare dalla percezione del sé alterata dallo sdoppiarsi dell’identità. Un cinema che sa essere di genere, ma anche più generalista e a Madeleine Collins va riconosciuto il merito di sapere costruire, dentro lo scenario più ampio di una socialità intaccata dal germe dell’irriconoscibilità, il percorso della sua fragile protagonista vittima consapevole di un gioco estremamente pericoloso che infrange le regole non scritte dell’unità indivisibile.   (SentieriSelvaggi)