ORARI

  Venerdì 09/12   Ore 21,00
     
  Sabato 10/12   Ore 18,30 - 21,00
     
  Domenica 11/12   Ore 15,30 - 18,00 - 20,30
     
  Lunedì 12/12   N.D.  Rassegna Cinema Ritrovato
     
  Martedì 13/12   Ore 21,00
     
  Mercoledì 14/12   N.D.  Serata-Evento









 


Regia di MARIE KREUTZER

Con VICKY KRIEPS e COLIN MORGAN

Austria - 113' - Biografico/Drammatico/Storico

La SCHEDA

La figura della Principessa Sissi, o meglio dell’imperatrice Elisabetta, viene raccontata in maniera meravigliosamente delicata, e si concentra sulla vita interiore di una donna infelice e irrequieta tanto quanto era bella
 

Sissi, l’imperatrice d’Austria e Ungheria vissuta nella seconda metà del 1800 è il personaggio a cui si è ispirata la regista austriaca Marie Kreutzer nel realizzare per il grande schermo il suo  “Corsage” (corsetto, questo il titolo orginale), un bel film dalla regia rigorosa, sorretta da ottimi costumi e scenografie, il ruolo della protagonista è affidato alla magnifica Vicky Krieps che per questa interpretazione si è guadagnata il premio come migliore interprete nella sezione “Un Certain Regard” all’ultimo festival di Cannes. Siamo a Vienna, capitale dell’impero, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, Sissi, compie quarant’anni, deve prepararsi per i festeggiamenti e la sua ancella le stringe il corsetto intorno a quella che per ironia della sorte viene chiamata “vita”. Simbolicamente i lacci e le stecche di quel bustino imprigionano non solo il suo corpo ma tutta la sua esistenza. Sissi è ancora bella, è sempre stata bella, deve continuare a essere bella, perché questo è il suo ruolo, questo vuole suo marito, l’Imperatore Francesco Giuseppe, lo vuole la corte e lo vuole anche il popolo, dunque il corsetto serve a disegnare un corpo dalle linee armoniose perché lei deve apparire come icona dell’impero, perfetta come si addice alla moglie di Cesare. Ma Sissi non è felice non è nemmeno serena, è una donna intelligente e colta, la sua inquietudine aumenta ed è sempre più manifesta, vorrebbe non essere solo un’immagine ma avere una funzione attiva nella gestione dell’impero ma questa sua aspirazione viene fermamente repressa. Il marito la tradisce, lei lo sa e non se ne dispiace, anzi, gli trova un’amante, poi viaggia, incontra parenti e vecchi amori, torna a Vienna e riparte, poi farà la sua scelta. Il film si inserisce nel genere biopic ma va oltre, è più un apologo sulle costrizioni non solo fisiche imposte alle donne, di quell’epoca certo, ma anche al di là di quella, come suggerisce la colonna sonora con la scelta delle canzoni cantate dalla francese Camille che ci avvicinano al nostro tempo, come l’interpretazione di As Tears Go By dei Rolling Stones. Se si vuole, una parabola contro tutte le costrizioni dovute all’ambiente e alle condizioni sociali, si veda la figura dell’imperatore Francesco Giuseppe (interpretato da Folrian Teichtmeiste), che si applica una barba posticcia perché la sua immagine appaia più imponente agli occhi dei sudditi. Quasi due ore di buon cinema da godere al buio di una confortevole sala cinematografica. (La recensione del film “Il corsetto dell’imperatrice” è di Claudio Montatori)


Diretto da Marie Kreutzer, Il corsetto dell’Imperatrice ha ricevuto non pochi premi e complimenti da parte della critica. La pellicola si è guadagnata tre candidature agli EFA. La sua meravigliosa protagonista, Vicky Krieps (che sicuramente ricorderete in Il filo nascosto)  ha vinto il premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione al Festival di Cannes 2022.

Arriva nei cinema il 7 dicembre, distribuito da BiM. Se non vi abbiamo già fatto venire una grande voglia di vederlo, continuate a leggere. Altrimenti, prenotate una poltrona nelle ultime file e abbandonatevi completamente a un film speciale.

LA TRAMA : L’imperatrice Elisabetta d’Austria, sotto caldo consiglio (diremo obbligazione) del marito, l’imperatore, deve abbandonare il suo luogo felice e nascosto dall’opinione pubblica e recarsi a palazzo.  Qui, tutti le ripetono cose sul suo peso e sulla sua figura e su quanto manchi a Vienna, visto che è sempre rifugiata da qualche altra parte. Da questo ritorno in poi (datato 1877), la donna continuerà a spostarsi di residenza reale in residenza reale, a discutere con il marito e con la sorella, a cambiare idee e a fare dei colpi di testa irrazionali e capricciosi che metteranno a rischio la salute della figlia.
Quello che questo film, pennellata dopo pennellata, ci affresca, è la figura di una donna che ha dei problemi con se stessa (a quarant’anni, si sente ormai vecchia e sfiorita), con il suo peso (è ossessionata dal cibo, non consuma mai quello che c’è sul suo piatto, vuole che il suo corsetto sia sempre più stretto), con la vita di corte da cui si sente irrimediabilmente soffocata, con il concetto stesso di infelicità. Cerca nei suoi flirt con gli altri uomini, che riesce ad affascinare senza nessuno sforzo,
la conferma di qualcosa che le sfugge tra le dita.
Non riesce a creare un rapporto con i suoi figli e non riesce a smettere di pensare a quella che ha perduto, la sua primogenita. É capricciosa e volubile, pensa di poter disporre della vita delle persone attorno a lei come vuole, vorrebbe fare di più per l’impero ma anche levarsi la vita. Cosa che le viene impedita con tutte le forze dalle dame di compagnia, dal marito e dal medico di corte, che le prescrive l’eroina.
Centrali sono, in questo senso, ma in tutti i sensi, le
scene nell’ospedale psichiatrico, soprattutto quelle nell’ala femminile. Nelle donne lì rinchiuse in condizioni atroci e per motivazioni del tutto mondane, Elisabetta si vede riflessa. E lo è. Se non fosse l’imperatrice di Austria, probabilmente, sarebbe lì con loro. Abbandonata come loro. Il tipo di abbandono subito da Elisabetta, invece, è un altro, diverso e più sottile. É abbandonata come imperatrice e come donna, vista solo come parte di un cerimoniale, e allo stesso tempo cerca quell’abbandono che secondo lei, e diventa sempre più chiaro, è reperibile solo nella morte, l’abbandono supremo.

LA RECENSIONE : Una riscrittura intellettualistica e interiorizzante, un film che si chiede: cosa pensava Sissi quando aveva quarant’anni? Cosa succedeva in Austria? E dalle risposte tira fuori una pellicola fenomenale, che riempie gli occhi, che fa rimanere incollati alla poltrona del cinema fino all’ultimo secondo dei titoli di coda, perché non si vorrebbe mai liberarsi di questa donna così profondamente affascinante.
In un certo senso, Il corsetto dell’imperatrice sta agli estremi di una scala che potremmo chiamare “utilizzo delle figure storiche e pop nei film”. 
 Per noi il voto al film è un bel 9!

IL CAST : Una Vicky Krieps magica e baciata dalle divinità del cinema è Elisabeth, protagonista assoluta del film. Il ruolo dell’autoritario Franz Joseph è tutto di Florian Teichtmeister. Katharina Lorenz è Marie Festetics, Jeanne Werner è Ida Ferenczy. Manuel Rubey interpreta Ludovico II di Baviera, Finnegan Oldfield invece Louis Le Prince. Nel ruolo di Bay Middleton, affascinante stalliere inglese, c’è Colin Morgan.   (Recensione di PRISCILLA LUCIFORA - dituttounpop.it)