ORARI

  Sabato 22/10   Ore 18,30
     
  Domenica 23/10   Ore 16,30

 





 

 




 


Un film di GIANNI DI GREGORIO

Con Gianni Di Gregorio e Stefania Sandrelli

Italia - 97' - Commedia

La SCHEDA di ComingSoon

Una favola scanzonata,
meravigliosamente interpretata,
tra rimandi epici e digressioni liriche.

SINOSSI :  Astolfo è un professore in pensione che vive a Roma in un vecchio appartamento da cui viene gentilente sfrattato. Gli affitti sono lievitati e il professore decide di tornare in provincia, sulle colline di Artena dove è ubicato il palazzo nobiliare di famiglia. I suoi grandi salotti polverosi sono abitati da un povero diavolo caduto in disgrazia come lui. Insieme decidono di affrontare il presente, il sindaco, che ha costruito sulle terre appartenute in un tempo remoto alla sua famiglia, e un prete invadente, che ha murato il suo salone e occupato le sue stanze per la ricreazione. Ma l'amore per Stefania, una bella signora introdotta dal cugino farfallone, scuoterà l'ordinarietà del quotidiano e darà un senso nuovo alla sua esistenza.

RECENSIONI : Tutti amiamo Gianni Di Gregorio, la gentilezza e l'incanto delle sue storie, da Pranzo di Ferragosto a Lontano lontano. Non perdete Astolfo, il suo nuovo film, domenica alla Festa del Cinema di Roma e nelle sale a partire dal 20 ottobre. Il titolo fa pensare all'arguto cavaliere dell'Ariosto, quello che vola sull'Ippogrifo per ritrovare il senno di Orlando finito sulla luna. Forse le avventure dell'Astolfo digregoriano non sono così stravaganti, ma di certo le sue gesta sono un poema cavalleresco illuminato da un'armonia lunatica. Al punto che un'amica (che per rimanere in tema chiameremo Bradamante) mi dice: "Voglio anch'io un Astolfo come quello del film, me lo trovi?". Mia cara Bradamante, se fossi capace di trovare Astolfi come quello del film farei felice non solo te, ma tante amiche meravigliose come te, single oltre la sessantina, al cui fianco manca un uomo capace di sorridere e di amarle.
Perché gli uomini-Astolfo sono rarissimi e preziosi, ascoltano i racconti delle donne e quando le sognano è per baciarle tra le spighe di grano. Per questo si va al cinema, per innamorarsi di loro senza perdere la speranza di incontrarli davvero. Magari non spesso, ma ti assicuro che capita. Astolfo è un professore in pensione, mite e gentile, che sfrattato dal suo appartamento romano decide di trasferirsi in un paesino del centro Italia, nell'antica dimora di famiglia, fatiscente come la sua nobiltà. Lasciatosi alle spalle la capitale, si adatta alla vita in provincia, col suo cuore ospitale si prende in casa un paio di paesani bislacchi, riallaccia i rapporti con un cugino in spider, litiga col sindaco, si guarda in cagnesco col prete. Ma soprattutto incontra Stefania (che è anche Sandrelli), coetanea luminosa e pudica. E si innamora, mostrando a se stesso e al mondo la tenerezza di un vero cavaliere.  (da Repubblica)

Un vecchio ragazzo, un po' smarrito e vagabondo, che attraversa la vita con una sorta di candore e di inerzia gioiosa. Un'attitudine che è una dichiarazione di estetica, una maniera di abitare poeticamente il mondo che apre con Astolfo una possibilità. Spalanca un orizzonte nuovo che risale le colline laziali fino ad Artena, un piccolo comune di anime placide. Nel cinema di Di Gregorio le virate in auto sono l'occasione di piccole follie e prendono la forma di digressioni liriche o di escursioni sentimentali.
Erede di un paladino franco che fece l'impresa, quella grande e cavalleresca che lustra il blasone, annette terreni e ritrova il senno di Orlando, Astolfo è l'inverso del suo antenato, una creatura alla ricerca di un riparo. Non cavalca ippogrifi, il professore, ma una Panda che lo conduce lontano dall'agitazione urbana verso un luogo bucolico dove scrive un'altra delle sue avventure, una favola scanzonata, meravigliosamente interpretata, che ha ancora una volta il merito di rendere visibile la vecchiaia.
Se tutte le strade portano a Roma, qualcuna permette di uscirne. Per necessità. Un contratto d'affitto scaduto e una pensione minima. Ma anche lontano dalla capitale, le relazioni umane, l'amicizia e l'aiuto reciproco restano il cuore battente del suo cinema dagli accenti romani affilati. Le espressioni dialettali che punteggiano le sue conversazioni, la sua ironia, la sua grande cultura e la sua 'ignoranza' tranquilla disegnano la sua appartenenza a una città e a un territorio che a questo giro di auto si allarga a comprendere la bella provincia laziale.
"Quivi ebbe Astolfo doppia meraviglia: che quel paese appresso era sì grande, il quale a un picciol tondo rassimiglia a noi che lo miriam da queste bande...". Lo spazio che si apre agli occhi del nostro Astolfo non è la Luna di Ariosto ma come "lassù" ha fiumi, laghi e campagne, città, valli e castelli dove una dama lo attende da sempre. È Stefania (Sandrelli), musa discreta e determinata, che lo innamora.
'Partire con lei' oggi è facile, tanto quanto era complicato spiccare il volo ieri in quell'utopia che era Lontano Lontano, finta partenza aggrappata alle costolette impanate e alla porchetta, al guanciale e al cocomero in piedi. Armato di un passaporto per nessuna parte e mille obiezioni mormorate nella barba, Roma non gli era mai sembrata così lontana. Il professore adesso è altrove con Stefania e un nuovo spirito, lucido e intraprendente.
Gianni Di Gregorio non nasconde niente sotto le borse degli occhi, le rughe della vita, il desiderio che lo assilla e che finalmente soddisfa fuori dalle mura dell'Urbe. Se il regista infonde al suo avatar la stessa nonchalance bonaria, costruendo il suo film su una pacata verve dialogica, Stefania Sandrelli impone ancora la sua bellezza di vergine siciliana, sedotta ma non abbandonata perché Astolfo la porta via con sé. Al ritmo calmo e tranquillo della sua Panda bianca. Un movimento in avanti che lo mette al riparo da qualsiasi sospetto di immobilismo, anche quando si adagia sugli allori di un'italianità senza tempo.  (MyMovies)