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Lunedì 8 Ottobre
Ore 21,30
TORO SCATENATO
di Martin Scorsese
Usa - 129' - 1980 - Versione Integrale Sottotitolata
Quando un pugile si
allena allo specchio,
tirando e schivando con
la sua immagine
riflessa, si dice che
sta ‘boxando con
l'ombra'. L'espressione
è così bella che ci
porta inevitabilmente a
vedervi impresse
allusioni metaforiche:
anche se sul ring ci si
scazzotta in due, il
pugile è sempre solo con
se stesso, lui e il
proprio lato oscuro. La
figura epica e
turbolenta di Jake
LaMotta porta, sul
proprio corpo
martoriato, decenni di
cinema sulla boxe,
distillando alla
perfezione la vena
ostinata e disperata dei
suoi protagonisti. "Il
tema del film è la
sopravvivenza", dice
Scorsese. LaMotta, nel
corso di una vita
inimitabile, lotta
all'ultimo sangue per
sopravvivere a se
stesso, tentando
vanamente di non
precipitare nella
spirale delle proprie
nevrosi e dei propri
fallimenti.
"Combattimenti regolari
non ne esistono",
aggiunge Scorsese,
riferendosi forse più
alla vita che allo
sport, e mettendoci
davanti alla fatica
immane che ognuno deve
affrontare sul proprio
ring privato. Anche per
questo Toro
scatenato, con
tutto il carico di
brutalità che lo
accompagna, è un film
spirituale. Oltre a
essere una malinconica
lezione sul tempo e
sulla vocazione
distruttiva dello
spettacolo. Tra cent'anni,
sarà ancora uno dei film
più grandi di sempre
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Lunedì 12 Novembre
Ore 21,30
IL SETTIMO SIGILLO
di
Ingmar Bergman
Presentazione di Carlo Confalonieri
Svezia - 96'
- 1957 - Versione Integrale
Sottotitolata
"Da bambino
mi capitava
talvolta di
seguire mio
padre nei
suoi
spostamenti
quando
doveva
officiare
messa nelle
piccole
chiese di
campagna dei
dintorni di
Stoccolma.
[...] Mentre
mio padre
parlava dal
pulpito, e i
fedeli
pregavano,
cantavano o
ascoltavano,
io
concentravo
la mia
attenzione
sul mondo
segreto
della
chiesa,
costituito
da volte
basse, mura
spesse,
profumo di
eternità,
luce solare
che tremava
sulla
strana
vegetazione
dei dipinti
medioevali e
sulle figure
scolpite sul
soffitto e
sulle mura.
C'era tutto
ciò che la
fantasia può
desiderare:
angeli,
santi,
dragoni,
profeti,
demoni,
bambini.
C'erano
animali
estremamente
spaventosi:
i serpenti
del
Paradiso,
l'asino di
Balaam, la
balena di
Jonas,
l'aquila
dell'apocalisse...
In un bosco,
la Morte era
seduta e
giocava a
scacchi con
un
cavaliere...
una creatura
dagli occhi
spalancati
si attaccava
ad un albero
mentre in
basso la
Morte si
accingeva a
segare
l'albero.
Sulle
colline in
lieve
pendenza la
Morte
conduceva la
danza finale
verso il
paese delle
tenebre".
Come
dimostrano
queste
parole di
Bergman,
l'evocazione
visionaria
del XIV
secolo
racchiusa
nel Settimo
sigillo ha origini
remote che
affondano
nelle
fantasie
dell'infanzia.
Il Medioevo
di Bergman è
una
dimensione
dove
proiettare
fantasmi e
angosce che
assediano
l'individuo
nel
profondo.
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Lunedì 3 Dicembre
Ore 21,30
L'APPARTAMENTO
di
Billy Wilder
Usa - 125' - 1960 - Versione
Integrale Sottotitolata
Mescolare commedia e
dramma è notoriamente
difficile, ma L’appartamento lo
fa sembrare facile. Come
un Martini perfettamente
dosato, il film ha quel
tanto di emozione che
basta a compensare il
suo paralizzante
caustico cinismo. Il
risultato è uno dei film
più amati e appaganti di
Billy Wilder. Tra satira
spietata e fascino
esuberante, L’appartamento
alterna momenti dolorosi
come un pugno allo
stomaco e scene
esilaranti. Ispirandosi
a un’idea scribacchiata
dopo aver visto Breve incontro
(1945), Wilder prende la
storia pruriginosa di un
impiegato che per far
carriera presta il suo
appartamento ai
superiori in vena di
scappatelle e la
trasforma in una
sorprendente e sentita
difesa della dignità
umana. Jack Lemmon, mai
così divertente e così
commovente, è un uomo
che fa del suo meglio
per conformarsi a una
cultura volgare,
superficiale e
spudoratamente sessista.
Shirley MacLaine infonde
un brio corroborante in
colei che è una vittima
di tale cultura, una
donna che sembra
prendere le distanze da
se stessa esprimendo
commenti taglienti sul
proprio pathos. Sono
circondati da un cast di
personaggi secondari
disegnati con il tratto
elastico ed esuberante
delle caricature di Al
Hirschfeld, cui Wilder e
I.A.L. Diamond mettono
in bocca battute
gioiosamente chiassose e
intelligenti. Le
scenografie di Alexandre
Trauner, valorizzate
dall’incisiva fotografia
in bianco e nero di
Joseph LaShelle in
formato widescreen,
ricreano con ricchezza e
verosimiglianza la New
York degli anni
Cinquanta. Wilder si
portò a casa tre Oscar
(sceneggiatura, regia e
miglior film) e lasciò
agli spettatori la
vigilia di Natale più
allegramente deprimente,
la partita di carte più
struggente e forse la
più esilarante
preparazione di un
piatto di spaghetti ... |
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Lunedì 14 Gennaio
Ore
21,30
GLI UCCELLI
di
Alfred
Hitchcock
Usa - 119' - 1960 -
Versione Integrale Sottotitolata
Se si hanno occhi per
vedere, orecchie per
ascoltare e un cuore per
sentire, Gli uccelli
è un film magnifico. Di
una bellezza ammaliante
che, secondo il
procedimento caro a
Hitchcock da La
finestra sul cortile
e messo a punto con Vertigo, ci
trascina lentamente,
dolcemente, ma
irresistibilmente, dalla
dimensione del
quotidiano verso i
territori lontani del
fantastico. È un film
musicale. Inizia con un
andante piacevole,
grazioso, seducente, che
con una minima
modulazione, diventa
poco a poco grave,
strano, angosciante. Poi
improvvisamente esplode
un allegro vivace,
vorace, rapace, che a
sua volta si
appesantisce, assumendo
risonanze terrificanti.
Infine, si conclude con
una corona tra le più
minacciose che si
possano immaginare.
[...] Questo film – il
più compiuto, il più
meditato, il più
profondo di Hitchcock,
insieme a Psycho
– è l’austera
riflessione di un uomo
che si interroga sui
rapporti tra l’umanità e
il mondo. Rapporti
considerati da tutte le
possibili angolazioni,
tanto quella metafisica,
occulta, filosofica,
scientifica,
psicanalitica (in questo
film la psicanalisi è
fondamentale) quanto
semplicemente quella
naturale. Riflessione
pessimista,
apocalittica. È la più
grave accusa contro la
nostra società
materialista, alla quale
non accorda che poche
speranze prima della
catastrofe. |
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Lunedì
11 Febbraio
Ore
21,30
LADRI DI BICICLETTE
di
Vittorio de Sica
Italia - 88' - 1948
- Versione Integrale
"Perché pescare
avventure straordinarie
quando ciò che passa
sotto i nostri occhi e
che succede ai più
sprovveduti di noi è
così pieno di una reale
angoscia?" (Vittorio De
Sica). Da divo brillante
della commedia anni
Trenta, De Sica si
trasforma in maestro del
cinema, tra i massimi
protagonisti del
neorealismo italiano.
Ladri di biciclette
è uno dei capolavori
realizzati in coppia con
Zavattini. Il quadro di
miseria dell'Italia del
dopoguerra è condensato
magistralmente nella
storia di un attacchino
cui viene rubata la
bicicletta, unico mezzo
di sostentamento per sé
e la famiglia. André
Bazin lo definì "il
centro ideale attorno al
quale orbitano le opere
degli altri grandi
registi del
neorealismo". Oscar per
il miglior film
straniero. |
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Lunedì 11 Marzo
Ore
21,30
JULES E JIM
di
Francois Truffaut
Francia - 110' - 1961 - Versione Integrale Sottotitolata
La dolce vita secondo
Truffaut. Nella Parigi
bohémienne negli anni
Dieci, due uomini e una
donna provano ad amarsi
oltre le regole,
attraverso il tempo, la
guerra, matrimoni e
amanti, accensioni e
delusioni: Jeanne Moreau
con i suoi
travestimenti, il suo
broncio altero, la sua
voce magica percorre
tutti i tourbillons
de la vie, ma alla
fine è lei a non saper
accettare la resa.
"Abbiamo giocato con le
sorgenti della vita, e
abbiamo perso". Appunto
il film definitivo sul
perdere, sul perdersi.
Capolavoro d'utopia
dolcemente amorale,
infinitamente replicato
in tanti film à la
manière de. |
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Lunedì
20 Maggio
Ore
21,30
ENAMORADA
di
Emilio Fernandez
Messico - 99' - 1946 - Versione
Integrale Sottotitolata
Un film bellissimo,
un classico del cinema messicano e mondiale,
un tributo all’amore e alle difficoltà che
si devono affrontare per raggiungerlo
(Martin Scorsese)
Un melodramma appassionante, una tempestosa
storia d’amore sullo sfondo della
rivoluzione messicana del 1917. José Juan
Reyes (Pedro Armendáriz), un generale
ribelle, si innamora della bella e altera
Beatriz, interpretata da María Félix, nel
film che la cosacrò a star internazionale.
Poco incline alla causa rivoluzionaria e
dopo aver sdegnosamente resistito alla sua
corte, l’indomabile bisbetica finirà per
cedere alle sue lusighe, seguendolo in fuga
dalla città. Emilio Fernández, che aveva
partecipato in prima persona alla
rivoluzione, firma una pellicola
leggendaria, diventata il simbolo dell’epoca
d’oro del cinema messicano nel mondo.
“L’influenza esercitata da Toland su
Figueroa e l’immersione formativa del
giovane Fernández nella patria del cinema
americano sembrano contribuire alla lucente
estetica hollywoodiana che percorre
Enamorada. Il rapporto turbolento tra i
due protagonisti ha gli alti e i bassi di
una screwball comedy (anche se
Rosalind Russell non tentò mai di far fuori
Cary Grant), mentre le scene più tenere sono
girate con l’intimità e l’estatica bellezza
di una storia d’amore di Frank Borzage” (Philip
Concannon). |
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