Rassegna DAVID LYNCH
Saranno sorteggiati Poster e
Locandine

In ricordo di DAVID LYNCH
una RASSEGNA dei suoi Film
Ore 21 - INGRESSO €. 6,00
Lucky Red e
Cineteca di
Bologna si
uniscono per
celebrare
David Lynch,
uno dei più
grandi
maestri del
cinema di
tutti i
tempi,
riportando
in sala i
suoi
capolavori. |
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Il prossimo Film : VELLUTO BLU
Lunedì 15/9 Martedì 16/9
Ore 21,00
Solo in Versione Originale
Sottotitolata

lI
film si
apre con
una
sequenza
di
villette
colorate,
prati
verdi e
aiuole
in
fiore.
In
apparenza
una
ridente
cittadina
americana,
dall’aspetto
gentile
e
tranquillo,
incarnato
dal
pompiere
sorridente
che ci
saluta
sia
all’inizio
che alla
fine del
film.
Una
rappresentazione
idilliaca
che in
realtà
nasconde
dinamiche
tossiche
e
persone
disturbate.
Lynch
usa i
classici
stilemi
del
giallo
per
esplorare
temi più
universali
come la
natura
ambigua
del
desiderio
umano e
il
rapporto
di
potere
tra
vittima
e
carnefice,
con
particolare
riferimento
alla
violenza
sulle
donne.
Il
personaggio
di
Frank,
tra i
più
crudeli
del
cinema
di
Lynch,
è
l’incarnazione
del male
più
folle e
imprevedibile,
una
figura
che
sovverte
ogni
ordine e
fa
marcire
ogni
cosa che
intercetta.
Con lui
Lynch
sembra
volerci
suggerire
che il
male non
è
qualcosa
di
esterno
da
combattere,
ma è
intrinseco
della
condizione
umana.
Ci
ricorda
che luce
e
oscurità
coesistono,
si
mescolano
e si
confondono
conducendoci
in una
profonda
riflessione
sulla
dicotomia
dell’essere.
Partendo
dal
personaggio
di
Jeffrey
che si
ritrova
tra la
tenerezza
del
rapporto
con
Sandy
e
la
pericolosa
attrazione
che
prova
per
Dorothy.
Fino
alla
scena
finale
in cui
un
pettirosso
porta un
insetto
nel
becco,
immagine
emblematica
simbolo
di
speranza
ma anche
promemoria
della
brutalità
che è
parte
integrante
della
natura.
Un
noir
atipico
che non
offre
risposte
facili o
morali
preconfezionate.
Al
contrario,
invita
lo
spettatore
a
convivere
con il
disagio,
accettare
l’imperfezione
e
trovare
la
bellezza
anche
nell’ignoto.
La
fascinazione
per il
mistero,
la
sessualità
perversa
e gli
elementi
onirici
sono
temi che
si
ripetono
nel
cinema
di
Lynch.
E che
contribuiscono
a
evocare
un senso
di
spaesamento
nello
spettatore,
che
raggiungerà
il
culmine
nei suoi
lavori
successivi
come
Strade
Perdute
(1997) e
Mulholland
Drive
(2001).
Non è
tanto la
trama o
la
caratterizzazione
dei
personaggi,
quanto
il
sottile
gioco di
simbolismi,
primi
piani
densi
sui
volti e
melodie
inquietanti
a
rendere
quest’opera
un
unicum
nella
storia
del
cinema.
Un’atmosfera
disturbante,
a tratti
grottesca,
che
conferisce
al film
una
tensione
costante
destinata
a
rimanerci
addosso
ben
oltre i
titoli
di coda.
Velluto
Blu
sembra
seguire
una
logica
emotiva
piuttosto
che
narrativa
dove, la
fotografia
di
Frederick
Elmes,
giocata
sul blu
e sul
rosso
tra il
nitido e
lo
sporco.
E le
composizioni
di
Angelo
Badalamenti
(prima
collaborazione
tra i
due
maestri
che nel
tempo ha
ridefinito
il
concetto
di
colonna
sonora)
sembrano
essere
in
simbiosi,
creando
una
dimensione
inquietante,
a volte
confortevole
e al
contempo
erotica.
Quello
di Lynch
è prima
di tutto
un
cinema
sensoriale
in cui
ogni
inquadratura
sembra
sospesa
in un
tempo
distorto
dove
sono i
suoni,
le
espressioni
e i
simboli
a
raccontarci
il non
detto,
lasciando
allo
spettatore
spazio
per
immergersi
in
realtà
alternative.
Ma anche
un
cinema
di
contrasti
dove il
confine
tra
piacere
e
dolore,
desiderio
e
violenza,
realtà e
sogno, è
quasi
impercettibile.
Ciò che
vediamo
non è
mai
quello
che
sembra:
così
Lynch
sfida
noi e la
società
americana
dell’epoca,
ad
andare
oltre, a
non
fermarsi
alla
superficie
e a non
accontentarsi
di ciò
che
abbiamo
davanti.
E’ in
questa
incertezza
e
oscillazione
costante
che sta
il
fascino
di
Velluto
Blu,
una
fiaba
ipnotica
e
imprevedibile
capace
di
turbare,
disorientare
e
sedurre
al tempo
stesso.
(di
Valeria
Furlan -
Moviemag)
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Nove film, un documentario, cortometraggi e scene
inedite nelle sale italiane da maggio 2025 a gennaio
2026: si inizia
nel mese del Festival di Cannes con
Cuore selvaggio,
dal 12 al 14 maggio,
per celebrare i 35 anni della Palma d’Oro vinta dal
film nel 1990.
Dal 26 al 27 maggio
sarà in sala l’esordio al lungometraggio del 1977,
Eraserhead,
seguito, dal 16 al 17 giugno,
da uno dei suoi film più amati, The
Elephant Man.
Il calendario
riprenderà dopo l’estate con Velluto
blu (dal 15
al 17 settembre), Fuoco cammina con me
(ottobre), Strade perdute
(ottobre), Una storia vera
(novembre), Mulholland Drive
(novembre).
Chiude il ciclo, a
gennaio 2026, l’ultimo lungometraggio realizzato da
David Lynch, Inland Empire,
del quale celebreremo il 20° anniversario.
A completare questo
amplissimo affresco del cinema di David Lynch ci
saranno anche l’intervista realizzata nel 2018 da
Pierre-Henri Gibert
per la serie L’image originelle (First
image), i
cortometraggi
e i lavori di animazione
realizzati negli anni da Lynch, i
Missing Pieces
di Twin
Peaks.
“In
pochi si sono chiesti perché, vedendo un film di
David Lynch, ci si sente a casa”,
ha scritto
Roy Menarini,
appassionato studioso del cinema di Lynch.
“Anche di fronte ai mondi più oscuri, alle minacce
più irrazionali, alla violenza più raccapricciante,
l’universo ribattezzato come Lynchtown è diventato
per noi famigliare. Amiamo abitarci, tornarci,
metterci alla prova ogni volta. E non è un caso che
la notizia improvvisa della morte del regista
americano abbia suscitato una delle più sincere e
unanimi ondate di affetto che si ricordino per un
artista: evidentemente quel piacere di fronte ai
suoi racconti distorti e geniali è sempre stato
dettato dall’integrità artistica e dalla trasparenza
creativa. Lynch, in pratica, ci ha sempre detto la
verità, si è confessato con un candore unico, si è
spogliato delle sue visioni e le ha condivise senza
filtri, da uomo generosissimo quale era e
testardamente dedito al suo cinema e alle sue
immagini. Rivedere tutti insieme i suoi film
significa ora riguardare in prospettiva tutta la
nostra Lynchtown personale, perdendoci
volontariamente in quel magnifico e impareggiabile
labirinto visionario dove i confini tra un’opera e
l’altra tendono a sfumare”.
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Il nostro Calendario
Cuore selvaggio
dal 12 al 14 maggio
Eraserhead + First Image
dal 26 al 27 maggio
The Elephant Man
dal 16 al 17 giugno
Velluto blu
dal 15 al 16 settembre
Fuoco cammina con me + Missing
pieces
ottobre
Strade perdute
ottobre
Una storia vera
novembre
Mulholland Drive
novembre
Cortometraggi inediti
dicembre
Inland Empire
gennaio 2026
CUORE
SELVAGGIO (Wild at Heart, USA/1990) di David
Lynch (125’)
Sceneggiatura: David Lynch dal romanzo di Barry
Gifford - Fotografia: Frederick Elmes - Montaggio:
Duwayne Dunham - Scenografia: Patricia Norris -
Musiche: Angelo Badalementi
Interpreti: Nicolas Cage (Sailor Ripley), Laura Dern
(Lula Pace Fortune), Diane Ladd (Marietta Fortune),
Willem Dafoe, (Bobby Peru), J.E. Freeman (Marcelles
Santos), Isabella Rossellini (Perdita Durango),
Harry Dean Stanton (Johnnie Farragut), Crispin
Glover (cugino Dell), W. Morgan Sheppard (sig.
Reindeer), Pruitt Taylor Vince (Buddy), Grace
Zabriskie (Juana Durango), Sheryl Lee (Glinda la
strega buona).
Tratto
dall’omonimo romanzo di Barry Gifford, vincitore
della
Palma
d'oro al
43º
Festival di Cannes,
conferita dalla giuria presieduta da
Bernardo Bertolucci,
il film vanta un cast di vere star: Nicolas
Cage,
Laura Dern,
Diane
Ladd,
Harry Dean Stanton e
Willem Dafoe.
Sailor e Lula sono amanti, ma si separano dopo
che Sailor viene incarcerato in seguito ad un
omicidio commesso per legittima difesa. Dopo il suo
rilascio, i due fuggono per andare in California,
violando apertamente gli obblighi di libertà
vigilata. Sulle loro tracce un detective
sguinzagliato da Marietta, squilibrata madre di Lula,
che farà di tutto per ritrovarli e uccidere Sailor.
Di motel in motel, travolti da una passione
incendiaria, i due fuggitivi trascinano lo
spettatore in un affascinante road movie attraverso
un’America disperata, violenta, pornografica.
ERASERHEAD (USA/1977) di David Lynch (89’)
Restaurato in 4K da Criterion Collection a partire
dal negativo camera originale 35mm sotto la
supervisione di David Lynch. La colonna sonora è
stata creata nel 1994 da David Lynch e dal sound
editor Alan R. Splet a partire dal missaggio
originale del 1976.
Sceneggiatura: David Lynch - Fotografia: Frederick
Elmes, Herbert Cardwell - Montaggio: David Lynch -
Scenografia: David Lynch - Musiche: Peter Ivers
Interpreti: Jack Nance (Henry Spencer), Charlotte
Stewart (Mary X), Allen Joseph (padre di Mary),
Jeanne Bates (madre di Mary), Judith Anna Roberts
(la vicina di casa), Laurel Near (la donna del
radiatore), Jack Fisk (l’uomo del pianeta).
Henry
Spencer, tipografo, vive da solo in uno squallido
appartamento fra le allucinazioni che la sua mente
malata visualizza. Invitato a cena dalla famiglia di
Mary, una ragazza con cui aveva avuto una relazione
tempo prima, scopre di essere diventato padre
di uno strano essere. Costretto a prendersi cura
della bizzarra creatura, Henry sprofonda in un
tunnel di disperazione, in cui i confini tra sogno e
realtà si confondono inesorabilmente.
Opera d’esordio di David Lynch, interpretato da Jack
Nance, il film - catalogato come horror ma in realtà
lontano da facili classificazioni - è diventato un
vero cult del circuito underground.
"FIRST IMAGE - DAVID
LYNCH"
(2018)
di Pierre-Henri Gibert (30’)
Intervista a David
Lynch nel suo studio di Parigi in cui ripercorre la
realizzazione di Eraserhead, a oggi
considerata una delle opere più singolari del cinema
americano.
Davanti alla telecamera, David Lynch spiega perché
il suo primo film rimane ancora oggi un tassello
fondamentale della sua filmografia.
THE
ELEPHANT MAN (GB-USA/1980) di David Lynch (124’)
Restaurato in 4K da StudioCanal a partire dal
negativo originale con la supervisione di David
Lynch.
Soggetto: dai libri The Elephant Man and Other
Reminiscences (1923) di Frederick Treves e
The Elephant Man: A Study in Human Dignity (1971)
di Ashley Montagu
Sceneggiatura: Christopher De Vore, Eric Bergren,
David Lynch - Fotografia: Freddie Francis -
Montaggio: Anne V. Coates - Scenografia: Stuart
Craig, Robert Cartwright - Musiche: John Morris
Interpreti: Anthony Hopkins (Frederick Treves), John
Hurt (John Merrick), Anne Bancroft (Mrs. Kendal),
John Gielgud (Carr Gomm), Wendy Hiller (Madre Shead),
Freddie Jones (Bytes), Michael Elphick (guardiano
notturno), Hannah Gordon (Mrs. Treves), Helen Ryan (Princess
Alex), John Standing (Fox)
Londra, seconda metà dell'Ottocento. A causa di
una malattia molto rara che gli ha dato sembianze
mostruose, il giovane John Merrick viene esposto
come "uomo elefante" nel baraccone di Bytes, un
alcolizzato che campa sfruttando la sua mostruosità
e lo tratta come un fenomeno da baraccone. È qui che
Merrick viene scoperto dal dottor Frederick Treves,
un chirurgo del London Hospital che convince Bytes a
cederglielo per qualche tempo in modo da poterlo
studiare e curare.
Portato in ospedale e presentato a un congresso di
scienziati, John si rivela ben presto agli occhi di
Treves come un uomo di intelligenza superiore e di
animo raffinato e sensibile.
Un'emozionante rappresentazione del nostro rapporto
con la diversità. Otto nomination agli Oscar per
l’opera seconda di David Lynch, da molti considerato
il suo film più doloroso e struggente.
VELLUTO BLU (USA/1986) di David Lynch (120’)
Restaurato in 4K da Kriterion con la supervisione di David Lynch.
Soggetto,
sceneggiatura e regia:
David Lynch.
Fotografia:
Frederick Elmes.
Montaggio:
Duwayne Dunham.
Scenografie:
Patricia Norris.
Musiche:
Angelo Badalamenti.
Interpreti:
Kyle MacLachlan (Jeffrey Beaumont), Isabella
Rossellini (Dorothy Vallens), Dennis Hopper (Frank
Booth), Laura Dern (Sandy Williams), George
Dickerson (detective John Williams), Hope Lange
(signora Williams), Priscilla Pointer (signora
Beaumont), Dean Stockwell (Ben), Jack Nance (Paul),
Francis Bay (zia Barbara).
Produzione:
Fred Caruso per Blue Velvet Productions.
"Velluto Blu è un viaggio sotto la superficie di
una cittadina americana, ma è anche una sonda
lanciata nell’inconscio o in un luogo in cui si
affrontano cose che normalmente non incontri. Uno
dei tecnici del suono l’ha definito un incrocio fra
Norman Rockwell e Hieronymus Bosch. È un addentrarsi
il più possibile in quella dimensione, per poi
uscirne. C’è un punto di immersione totale, e da lì
si riaffiora [...] È un thriller psicologico e anche
un film noir, con un criminale e dei poliziotti. È
un film violento, duro, e la reazione degli
spettatori, per la paura o per il disgusto, può
essere altrettanto violenta. Ma è proprio questo lo
scopo di un film: far sentire e provare qualcosa in
modo profondo” (David Lynch)
Più che universi paralleli, quelli di Lynch fanno
pensare a mondi che sprofondano in altri mondi.
Scatole che contengono altre scatole (e “cosa c’è
nella scatola?”, ci si chiede in Dune: “Dolore”).
Entrando (e uscendo) da un orecchio, Velluto Blu ci
porta a spasso in una scatola cranica. “È un mondo
strano”, ci dicono. Sì, ma anche molto familiare, a
guardarlo onestamente. È così strano che un
delizioso pettirosso stritoli uno scarafaggio nel
becco?
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