Definito da
Jorge Luis Borges come "il lavoro di un genio" e da
Steven Spielberg come "una grande esperienza", QUARTO
POTERE ha rivoluzionato la storia del cinema, diventando
secondo la BBC e l’American Film Institute il miglior
film americano di sempre.
Un film di straordinaria attualità ritorna in sala a più
di 80 anni dall’uscita, in un anno in cui 2 miliardi di
cittadini in 76 Paesi, Stati Uniti compresi, saranno
chiamati alle urne, e in un momento storico in cui la
riflessione sul potere dei media – social e tradizionali
– è quanto mai urgente.
Charles Foster Kane, magnate e media tycoon, muore
abbandonato da tutti nella sua lussuosa residenza,
Xanadu. Ma, prima di spegnersi, pronuncia la parola "Rosebud".
Chi o cos’è Rosebud? E cosa si nasconde tra le pieghe
della vita di un individuo che, come lui, è stato in
grado di incarnare il Sogno Americano finché quel sogno
non è diventato un incubo? Nell’anno delle presidenziali
Usa e in uno scenario mediatico rivoluzionato dal web e
dai social, torna al cinema Quarto Potere (Citizen Kane)
e si rivela ora più attuale che mai, capace di parlarci
con inalterata lucidità del potere dei media, delle loro
ingerenze nella politica e dei riflessi che questo
potere ha su tutti noi. E di appassionarci con una
storia di sfrenata ambizione, ascesa e caduta, alla
ricerca di quel lato più intimo di ogni individuo, che
persino oggi – con le nostre esistenze moltiplicate
dagli schermi di centinaia di device elettronici – è
forse destinato a rimanere inaccessibile.
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