Dopo il successo del docufilm
dedicato ai Carracci, la regista bolognese Giulia Giapponesi, ha
scelto Guercino per proseguire il suo racconto tra i
protagonisti del barocco emiliano.
Commozione e meraviglia: gli occhi si incantano davanti ai
dipinti del Guercino. Il film racconta arte e vita del pittore
dei sentimenti, il maestro del Seicento la cui storia
s’intreccia a quella del suo paese, Cento, a cui rimase sempre
fedele. Un legame emerso emerso con forza dopo il sisma del
2012, quando i centesi sono accorsi a salvare le opere del
pittore e hanno deciso di spedirle lontano, fino in Giappone,
per il bene dell’arte e in nome della solidarietà fra i popoli.
"Dopo il successo del pluripremiato documentario sui Carracci,
volevamo continuare raccontare i grandi maestri emiliani del
‘600. La scelta era fra Guido Reni e Guercino – dice la regista
Giapponesi – La storia di Guercino ci è sembrata però più
urgente perché racconta non solo il genio del grande artista, ma
anche le peripezie delle sue opere, che sono attuali, perché
dopo il terremoto del 2012 moltissimi quadri di Guercino non
avevano più una casa. E così abbiamo pensato che ci fosse una
storia anche contemporanea da raccontare insieme alla biografia
dell’artista. Non è il classico documentario culturale ma
un’opera originale che racconta anche come la memoria di un
artista può attraversare i secoli solo se il pubblico continua
ad amarlo". Film dal percorso scientifico. "Ho coinvolto alcuni
colleghi storici dell’arte nella narrazione del genio
guercinesco, per dare voce a chi lo conosce benissimo per un
film che si sofferma e indugia soprattutto sull’aspetto umano
dell’artista – prosegue il produttore esecutivo Marco Riccòmini
– un pittore così longevo e prolifico non si può rappresentare
in un film di un’ora. Questo è solo uno dei tanti punti di vista
da cui si può raccontare un genio come Guercino". |