Lunedì 20 Maggio ore 21,00

FANTASTIC MACHINE
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Un film di AXEL DANIELSON e MAXIMILIEN VAN AERTRYCK
Con Elio Germano


Danimarca/Svezia - DocuFilm - Durata 85'

Geniale!  Provocatorio!
Storia di una meravigliosa bugia

 

Il lungometraggio d’esordio del duo di registi Axel Danielson e Maximilien Van Aertryck arriva in Italia con un biglietto da visita piuttosto notevole: un premio al Sundance, una menzione speciale alla Berlinale e il nome di Robert Östlund, due volte vincitore della Palma d’Oro a Cannes, come produttore esecutivo. Fantastic Machine prende in prestito il titolo da un’affermazione del Re d’Inghilterra Edoardo VII a proposito della cinepresa, dopo aver visto una versione fittizia della sua incoronazione realizzata nientepopodimeno che da George Méliès: già nel 1901 infatti, la manipolazione della realtà era una componente importante di quella nuova invenzione.

Il documentario dei due registi svedesi pesca in un archivio pressoché infinito di video e immagini per raccontare l’evoluzione della società attraverso il linguaggio visivo e, in particolare, la sua manipolazione: i 45 milioni di strumenti per filmare presenti attualmente nel nostro pianeta hanno reso la nostra visione del mondo più veritiera o più confusa? Dalla prima immagine catturata da Niépce (la celebre veduta dalla finestra di Le Gras nel 1826) fino alla miriade di contenuti realizzati sui social media ai giorni nostri, il racconto è ironico, a tratti magico, talvolta inquietante, senza dubbio affascinante, sempre in direzione di una maggiore consapevolezza nei confronti di questo “fantastico apparecchio”, che se da un lato, tramite il meraviglioso viaggio della sonda voyager, ha il potere di comunicare ad eventuali forme di vita extraterrestri chi siamo e come viviamo, dall’altro invece ha anche il poco nobile fine di rappresentare un intrattenimento a portata di mano, con video virali di cadute, live streaming pericolosi, immagini catturate sull’orlo di un precipizio, al solo scopo di creare contenuti d’intrattenimento (ormai fonte di guadagno per molti cosiddetti content creator). In entrambi i casi, si tratta della verità (24 volte al secondo, come diceva Godard a proposito del cinema) o di una parte di essa? Le immagini del Voyager omettono scene di violenza e situazioni drammatiche che invece sono parte costante del nostro quotidiano, per mostrare solo il lato positivo degli esseri umani. Sui social media le fake news sono all’ordine del giorno, così come i video manipolati allo scopo di diventare virali, niente di così diverso in fondo dalla maestria di Leni Riefenstahl nel glorificare la Germania nazista tramite la forza delle immagini: chi lo avrebbe detto, tanto per fare un esempio, che dietro a un minaccioso messaggio dell’ISIS ci sia in realtà un “attore” impacciato e il bisogno di girare decine di ciak per far sì che il contenuto sia credibile?

Il discorso è ampio, ci si potrebbero scrivere decine di saggi e tesi di laurea, e il documentario di Danielson e Van Aertryck è forse solo una goccia nell’oceano, ma si tratta di un lavoro che, tra ironia e distacco, riesce a offrire uno sguardo obiettivo sul modo in cui il comportamento umano è ormai influenzato da questo straripante ammasso di informazioni a cui siamo sottoposti oggigiorno. L’augurio è che si arrivi presto (ed è già tardi) ad una sorta di alfabetizzazione mediatica, come già proposto dall’UNESCO, per poter navigare in questo mare di false informazioni e continue mistificazioni, per poter invece godere con piena consapevolezza delle meraviglie di questa fantastic machine.
(Una vita da Cinefilo)