DOPO IL
MATRIMONIO - Da domani 30
Maggio in Prima assoluta in streaming
per l'Italia - Nel 2006 la grande
regista e autrice danese Susanne Bier
girò un film che mi travolse DOPO IL
MATRIMONIO. La sua potenza e
originalità erano nella perfetta fusione
degli stilemi del melo, con le regole
estetiche del Dogma di Lars Von Trier
che vi partecipò con la sua Zoetropa.
Gli attori erano tre assi meravigliosi
del Cinema Scandinavo: Mads Mikkelsen
consacrato con la Palma d'oro a Cannes per
IL SOSPETTO di Thomas Vinterberg;
Sidse Babett Knudsen bellissima e
intensa poi approdata al Cinema
d'Oltralpe con 150 MILLIGRAMMI della
Bercot e LA CORTE con Luchini;
Rolf Lassgard grande svedese
indimenticabile in MR. OVE.
Questo per dire che il remake Usa che ne
ha fatto ora Bart Freundlich ha dovuto
vedersela con un pezzo da Novanta, sia
filmico sia interpretativo. L'idea molto
bella è stata di ribaltare i due ruoli
maschili in femminili affidandoli alla
moglie di Freundlich, Julianne Moore e a
Michelle Williams, splendide. Affiancate
da Billy Crudup come sempre super nel
ruolo che era della Kundsen: amante nel
passato della Williams, coniuge nel
presentre della Moore. Il gioco
complesso di agnizioni, volontà
testamentarie, passaggi del testimone
affettivo assume cosi una connotazione
tutta femminile, rendendo il film più
lieve arioso seppur metropolitano e
newyorchese. Rispetto al film della Bier,
assolutamente magnifico e tragico, più
giocato sulla scacchiera del femminile
che da un iniziale possibile EVA
CONTRO EVA, si trasforma a vista in
una sorta di commedia morale alla Paul
Mazursky. Scegliendo toni introspettivi
pur calati nell'analisi di un milieu
mondano più accentuato. All'ombra più di
un modello insuperabile come RICCHE E
FAMOSE di George Cukor, che degli
evidenti richiami bergmaniani della Bier.
Quindi un film da vedere e magari
confrontare col suo prototipo, per
studiare i diversi linguaggi con cui può
essere raccontata una stessa storia.
Assolutamente da non raccontare a
parole, per non togliere le sorprese
continue, previste da un plot persino
più intrigante di un thriller. (Carlo
Confalonieri) |