Un film di Michele Riondino
Drammatico - Italia - 95′
Il fulminante esordio alla
regia
di Michele Riondino
porta con sé l'eredità di
molto cinema
Cinema sociale duro, feroce
e con al centro
una drammatica storia vera
Un film dove a fare la
differenza sono
l'attenzione ai dettagli,
e la voglia di mettere il
cinema
(civile sì, ma anche
grottesco e surreale)
prima del messaggio
Doloroso, incisivo, ma anche
ironico
e arricchito di tanta
bellezza registica
ROMA – 1997.
Caterino Lamanna
(Michele
Riondino), uomo
semplice e rude
è uno dei tanti
operai che
lavorano all’ILVA
di Taranto. Vive
in una masseria
caduta in
disgrazia per la
vicinanza al
siderurgico e
nella sua
indolenza
condivide con la
sua fidanzata il
sogno di
trasferirsi in
città. Quando i
vertici
aziendali
decidono di
utilizzarlo come
spia per
individuare i
lavoratori di
cui sarebbe bene
liberarsi,
Caterino
comincia a
pedinare i
colleghi e a
partecipare agli
scioperi alla
ricerca di
motivazioni per
denunciarli.
Presto, non
comprendendone
il degrado,
chiede di essere
collocato anche
lui alla
Palazzina LAF,
dove alcuni
dipendenti, per
punizione, sono
obbligati a
restarvi privati
delle loro
mansioni e
passando il
tempo giocando a
carte, pregando
o allenarsi come
in palestra. |