MARTEDI 12/12 alle ore 20,30
In collaborazione con Cinemaniaci Piacenza
Per la proiezione del film MUR
L'ATTRICE - REGISTA
KASIA SMUTNIAK
Incontrerà il Pubblico al termine della proiezione



 

Un film di KASIA SMUTNIAK

DocuFilm - Italia - 110′


Un debutto coraggioso e radicale
sulle conseguenze devastanti
di un governo sovranista e intollerante

Marzo 2022, da pochi giorni la Russia ha invaso l’Ucraina e l’intera Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. La Polonia, la nazione che più si è distinta per tempestività e generosità, è la stessa che ha appena iniziato la costruzione di una barricata d’acciaio di quasi duecento chilometri per impedire l’entrata di altri rifugiati. Per il suo esordio dietro la macchina da presa, l’attrice Kasia Smutniak si reca nella proibita ‘zona rossa’ per fare luce sulle politiche di confine del suo paese e sulla crisi dei rifugiati nella UE. Un documentario con il ritmo di un thriller per raccontare muri insormontabili costruiti per dividere gli esseri umani.

MUR
, film diretto da Kasia Smutniak, è un documentario girato dalla regista nel suo paese natale, la Polonia. Il film è una sorta di diario di viaggio che attraversa vari muri: da quello del ghetto ebraico, di fronte al quale la Smutniak è cresciuta, a quello costruito dal governo polacco sul confine con la Bielorussia per non permettere ai migranti provenienti dalla Siria di raggiungere il Paese.
Alcuni muri non posso essere valicati, alti sono invisibili e altri ancora dividono le persone in due gruppi, gli esseri umani degni di simpatia e quelli che non la meritano. Ci sono mura che sono semplici foreste e altre formate da filo spinato. Sono state quest'ultime due tipologie a trasformarsi in porte spalancate per accogliere i profughi ucraini, mentre solo 200 km più in là c'è una foresta dove si consumano le torture e dove vengono braccati i migranti richiedenti asilo.

Il film è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia. Affronta un viaggio in Polonia, terra d’origine di Smutniak, che grazie all’aiuto di attivisti locali, riesce a raggiungere il confine e la cosiddetta zona rossa, filmando la costruzione da parte del governo di un muro, al confine con la Bielorussia, per respingere i migranti provenienti dalla Siria. Cercando di riconciliarsi con il proprio passato, Kasia Smutniak si interroga sull’ipocrisia dell’Europa moderna. Parla di muri visibili e invisibili, insormontabili e costruiti per dividere gli esseri umani. Si interroga sull’accoglienza e sul soccorso che un continente deve compiere. Le riprese sono avvenute a marzo 2022, quando da pochi giorni la Russia aveva invaso l’Ucraina e l’Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. Il Paese che si è distinto per tempestività e generosità è stato proprio la Polonia, lo stesso che ha iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altri rifugiati.
Un primo muro respinge i migranti che arrivano da terre lontane attraversando il bosco più antico d'Europa, una frontiera impenetrabile in un mare di alberi, Puszcza Białowieża. Il secondo, quello di fronte alla finestra della casa dei nonni dell’attrice a Łódź, dove lei giocava da bambina, è il muro del cimitero ebraico del ghetto di Litzmannstadt.
Obiettivo del documentario è far capire come l’accoglienza non debba fare distinzioni, chiunque sia in pericolo va soccorso, un continente che si definisca democratico non innalza muri.