Non
c'è intervista in cui non chiedano a
Margherita Buy
se sia una persona ansiosa e la stessa Margherita Buy non imputi
questa associazione all'aver interpretato un film,
Maledetto il giorno che t'ho incontrato,
nel
quale ha vestito i panni di una donna mentalmente fragile che si
innamora del suo analista. Nonostante lei si
sforzi di mettere le cose in chiaro, è palese che qualcosina di
vero ci sia, ed è per questo che l'idea di debuttare
alla regia di un film tutto imperniato sulla paura di volare
è risultata vincente sotto ogni aspetto. Tralasciando il fatto
che nella sua lunga e fortunata carriera Buy ha interpretato
centinaia di ruoli drammatici - pensiamo al meraviglioso Mia
madre di Moretti, dove presta il volto all'alter-ego del
regista alle prese con il lento spegnimento di sua madre -,
bisogna dire che
la cifra ironica
è quella in cui Margherita Buy ha sempre brillato,
ed è bello che abbia scelto di approfondire proprio quest'ultima
per il suo primo film dietro la macchina da presa. Volare,
una produzione Kavac Film, Maremosso, IBC Movie,
Tenderstories con Rai Cinema e al cinema
con Fandango, racconta la storia di AnnaBì,
un'attrice molto popolare per via di una fiction in onda in
televisione che tuttavia sogna, come tre quarti degli attori
italiani particolarmente pop, il riconoscimento internazionale
garantito da un regista di nicchia.
E così, quando un regista coreano famosissimo - il cui nome
ricorda quello di Kim Ki-duk - decide di
scritturarla per un film d'autore lei non sta più nella pelle se
non per un piccolissimo dettaglio: la sua paura di
volare e di sostenere un volo intercontinentale che la conduca
Oltreoceano. Nonostante un tentativo lo faccia
AnnaBì desiste, e si crogiola nella sua incapacità di superare
una paura irrazionale che, da
Maria
De Filippi a
Cristina D'Avena fino a
Teresa
Mannino e Meg Ryan, è molto più comune di
quello che si pensi. Eppure AnnaBì non ha voglia di
gettare la spugna: non solo per gli ingaggi di film
che rischiano di andare a colleghe come
Elena Sofia Ricci
- il siparietto che le vede protagoniste dal parrucchiere è
spassosissimo -, ma anche perché sua figlia sta per trasferirsi
in California per motivo di studio, e come può una mamma
premurosa e apprensiva come lei non vedere la sua pargoletta per
un anno e passa? Da qui la voglia di superare la sua fobia per
il volo iscrivendosi a un corso sponsorizzato da ITA
Airways, che è stato
determinante per la realizzazione di Volare, dando
manforte a diversi personaggi che, come lei, soffrono a non
poter prendere l'aereo.
Con estrema
autoironia - quella che prende in giro non solo la
sua professione di attrice, ma anche il suo lato più intimo e
personale (pensiamo a quella battuta strepitosa in cui AnnaBì
dice che non è il caso di trovarsi un uomo perché, «poverino»,
chi glielo fa fare di prendersi una come lei?) -
Margherita Buy scrive e dirige un film che dire godibile è dire
poco.
Volare
è divertente, non ha tempi morti, e riesce a
brillare perché la sua autrice ha avuto il coraggio di lanciarsi
senza paracadute all'interno di un mondo dal quale, forse
inconsciamente, ha sempre cercato di sfilarsi. Il risultato è
una commedia sfiziosa nella quale Buy
riesce a valorizzare un po' tutti: dalla sua agente interpretata
da una grande Anna Bonaiuto alle
bravissime
Giulia Michelini
ed
Euridice Axen,
passando per Francesco Colella, Oscar Matteo Guggioli,
sua figlia Caterina De Angelis, Roberto De
Francesco, Maurizio Donadoni, Vanessa Compagnucci e Pietro
Ragusa. Non sappiamo se dopo aver visto Volare qualcuno
che soffre di aerofobia riuscirà a
superare la sua paura, ma di certo possiamo garantirvi che
uscirà dalla sala con un gran sorriso, perché di commedie di
questo tipo abbiamo tutti un grande bisogno. (Anna
Camerlingo - Vanity Fair)
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